Pinhole

Fotografia a foro stenopeico

INTRODUZIONE
ALLA FOTOGRAFIA STENOPEICA

Il foro stenopeico è un Piccolo foro collocato al centro di un lato della camera oscura che consente il passaggio della luce, attraverso il quale l’immagine viene proiettata capovolta sul lato opposto al foro.

Schema di funzionamento - foro stenopeico

Alcune descrizioni di buchi da parte di bambini durante i laboratori Fotoinscatola

  • dentro ai buchi c’è il niente
  • un buco intorno ha il bordo, è solo suo e di nessun altro
  • nei buchi lunghi si possono trovare i ragni
  • in fondo al buco fa buio, sopra no
  • certi buchi si possono portare via ma non il dentro
  • i buchi piccoli sono dimagriti

 
(Laboratori FOTOINSCATOLA – fotoinscatola.it – remida.org )
 
 

Pinhole photography

Un apparecchio fotografico stenopeico, dal greco “stenos opaios” = piccolo foro, è lo strumento più elementare per produrre immagini: una scatola vuota e nera, un forellino di qualche decimo di millimetro su una parete e un foglio fotosensibile su quella opposta.
Il principio di formazione dell’immagine, proiettata su uno schermo attraverso il foro, è noto da millenni, che si sappia, Mo Ti, filosofo cinese del V sec.a.C., fu il primo a descrivere il fenomeno.
All’inizio del settimo libro della Repubblica Platone narra il mito della caverna ed in esso si ritrova, espressa nel linguaggio accessibile del mito, tutta la teoria platonica della conoscenza, ma anche il principio stenopeico che riflette sulla parete della caverna le ombre di coloro che sono fuori alla luce del sole.
Anche Aristotele accennò al foro stenopeico ed i sapienti arabi lo utilizzarono in astronomia per osservare l’eclissi solare. Al Kindi (Alchindus), scienziato arabo vissuto nel IX secolo, scrisse un importantissimo trattato al riguardo, a noi noto grazie alla traduzione fatta nel XII secolo da Gherardo da Cremona. Il fenomeno è dettagliatamente analizzato nell’anno mille da un’ altro sapiente arabo, Alhazen(1). Riferimenti a tale strumento si trovano anche negli scritti di Bacone (1214-1294) e di Levi Ben Gerson (1320). Cesare Cesariano nel 1521 pubblicò i “Commentari a Vitruvio” in cui fece riferimento agli esperimenti condotti proprio sul foro stenopeico.
 

Il primo scienziato
 
(1) Ibn al-Haytham (Alhazen), è stato il pioniere della scienza moderna di ottica, definito “pioniere del moderno metodo scientifico” e “primo scienziato”.

Nel suo libro Kitāb al-Manāẓir “> libro dell’ottica , scritto nella città di Al Cairo tra il 1012 e il 1021, usò il termine “Al-Bayt al-Muthlim” (dall’inglese, stanza oscura).

“Se il buco è stato coperto con una tenda e la tenda è stata tolta, la luce che viaggia dal buco alla parete opposta sarà consumare tempo”

Alhazen


Ha ripetuto la stessa esperienza quando ha stabilito che la luce viaggia in linea retta.

Un esperimento rivelatore ha introdotto la camera oscura negli studi sulla forma a mezzaluna dell’immagine del sole durante le eclissi che ha osservato sulla parete di fronte a un piccolo foro praticato nella finestra.


Nel saggio “Sulla forma dell’eclissi” () commentò la sua osservazione

“L’immagine del sole al momento dell’eclisse, a meno che non sia totale, dimostra che quando la sua luce passa per uno stretto.”

Maqalah-fi-Surat-al-Kosuf


fonte
wikipedia.org



 

La più chiara e dettagliata descrizione di una camera obscura è contenuta nel “Codice Atlantico” di Leonardo da Vinci (1452-1519), dove per la prima volta fu presentata una correlazione tra l’occhio umano e la camera obscura.

Un successivo testo, che riporta dati sull’uso della camera oscura, fu il “Magiae Naturalis: sive de Miraculis rerum naturalium” di Giovan Battista Della Porta (1538-1615), che suggeriva, come già avevano fatto altri in precedenza, di ampliare le dimensioni del foro e di applicarvi una lente.
Questo fu essenziale nella costruzione di camere portatili ad uso dei disegnatori del tempo, infatti, nel 1600 la camera obscura diviene strumento indispensabile per disegnatori e pittori. Già allora molte camere obscure erano dotate di uno specchio a 45° che rinviava l’immagine formatasi, tramite il foro ormai munito di lente, contro la parete superiore della scatola: in breve, la nostra Reflex.
L’immagine fotochimica, come noi la conosciamo, nacque molto dopo (ufficialmente nel 1839), ma contrariamente a quanto si può pensare l’uso del foro stenopeico, in fotografia, iniziò solo dal 1850; causa anche le non indifferenti limitazioni tecniche dovute alla scarsa rapidità dei materiali fotosensibili.
Per approfondimenti rimandiamo alla Storia della Fotografia e per la fotografia stenopeica:

REDISCOVERING A HISTORIC TECHNIQUE di Eric Renner –Focal Press Boston-1995- disponibile nuova edizione alla Libreria Hoepli.

LES PRATIQUES PAUVRES:du sténopé au téléphone mobile. Isthme éditions-Jean-Marie Baldner et Yannick Vigouroux –CNDP 02.2005 de l’Académie de Créteil

LA FOTOGRAFIA STENOPEICA IN ITALIA. A cura di Vincenzo Marzocchini – RGWGRWGRERW CLUEB Bologna 2006

LA FOTOGRAFIA STENOPEICA. Storia, tecnica, estetica delle riprese stenoscopiche. di Vincenzo Marzocchini – Agora35 2004

FOTOGRAFIA DIDATTICA . ILFORD Scuola . Come costruirsi una macchina fotografica. di Carla Novi FrancoAngeli Libri – Milano

FONDAMENTI DI FOTOGRAFIA. Materiali e processi. di L.Stroebel, J.Compton, I.Current, R.Zakia – Zanichelli 1993




La fotografia stenopeica di Paolo Gioli

Opere di Paolo Gioli
 
 Flauto da presa stenopeico, 1973Paolo Gioli
paologioli.it
 Spiracolografo, 1974, camera microstenopeica(bottone “automatico”)
  Pane stenopeico, 1976
 Noce stenopeica, 1979
 Anello stenopeico, 1979
Alcune sperimentazioni
e applicazioni scientifiche Pinhole
 flowershaped disk(diametro 40m)New Worlds Imager 2008
Il progetto della NASA ha proposto l’utilizzo di una fotocamera a foro stenopeico con diametro di 10m e della lunghezza focale di 200000 Km per fotografare pianeti della dimensione della Terra in altri sistemi solari.
 The optical gravitational lens experiment.Questo esperimento rivela l’esistenza di una “pseudo” lunghezza focale lungo l’asse ottico fra la terra e altri pianeti.
 Ceramic pinhole cameras Steve Irvine – 2006
Pinhole camera ottenuta da vasi di ceramica artigianali.steveirvine.com
  Panoptic CameraDoug BardellMediante un dispositivo girevole che sincronizza la camera con la pellicola interna si possono realizzare fotografie a 360°.cyberbeach.net/~dbardell/panoptic.html
Panoramic Lego – 2005Adrian HanftGli ingranaggi dei simpatici mattoncini possono affinare i meccanismi di carica e di scatto.adrianhanft.com/
 Sistemi per la visione notturna.Per il puntamento del dispositvo ultrasensibile alle onde luminose si dispone di uno speciale copriobbiettivo dotato di foro stenopeico. In questo modo l’operatore portà posizionare la camera anche a luce ambiente.
Sistemi di camere digitali a bassa risoluzione.Le Webcam di largo consumo sostituiscono l’obbiettivo con un pinhole protetto da un filtro magenta.
 Hole-On Ex ,Loonar GoupeTroviamo in commercio la camera stenopeica interamente realizzata in cartone. La confezione è una semplice busta.
Semplice tappo forato.Dennison BertramForare il tappo è una soluzione molto pericolosa sulle macchine digitali; la polvere raccolta nelle fasi di sostituzione dell’obbiettivo è deleteria.blog.dennisonbertram.com/
Dispositivo a TelemetroAdrian HanftUn semlice dispositivo per fotografare la vostra immagine pinhole: il cono luminoso riflette sulla carta opaca bianca posizionata all’interno di una blakroom.beadesigngroup.com/
  
 


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